Anoressia nervosa

Per effettuare una diagnosi di anoressia nervosa devono essere presenti due caratteristiche principali:

  1. Restrizione attiva dell’introito energetico rispetto a quanto richiesto, che porta a un significativo basso peso corporeo nel contesto dell’età, del sesso, del percorso di sviluppo e della salute fisica. La soglia per considerare qualcuno significativamente sottopeso negli adulti è oggetto di dibattito e varia: può essere un indice di massa corporea (BMI) inferiore a 17,0, 18,0 o 18,5.
  2. Eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e del loro controllo; ovvero, giudicare il proprio valore principalmente, o addirittura esclusivamente, in termini di peso, forma del corpo e capacità di controllarli.

Piuttosto che preoccuparsi di essere sottopeso, le persone con anoressia nervosa sono tipicamente terrorizzate all’idea di aumentare di peso e diventare grasse. Infatti, molte di loro si considerano già “grasse” nonostante il loro basso peso. Per questo motivo si dice a volte che abbiano una “paura morbosa del grasso” o una “fobia del peso”, e il loro regime alimentare è descritto come guidato da una “ricerca incessante della magrezza”.

L’anoressia nervosa colpisce principalmente le ragazze adolescenti e le giovani donne, ma circa il 10% delle persone con anoressia nervosa sono maschi. Nei casi tipici, il disturbo inizia con l’adozione di una dieta restrittiva e, in alcuni casi, con un esercizio fisico eccessivo. Le persone con anoressia nervosa tendono ad evitare cibi che considerano ingrassanti e a volte digiunano. Circa un terzo ha episodi ricorrenti di abbuffata, la maggior parte dei quali di dimensioni ridotte (cioè sono episodi “soggettivi” di abbuffata). Alcuni casi di anoressia nervosa, specialmente tra gli adolescenti, sono di breve durata e la persona si riprende completamente con o senza trattamento. In alternativa, il disturbo può evolvere in bulimia nervosa o altri disturbi dell’alimentazione. Una piccola proporzione di persone con anoressia nervosa ha una forma grave e duratura del disturbo da cui può essere difficile guarire.

L’Indice di Massa Corporea (IMC)

L’Indice di Massa Corporea (IMC) viene utilizzato per determinare se una persona è sottopeso, normopeso o sovrappeso. Viene calcolato dividendo il peso (in kg) per l’altezza al quadrato (in m) (cioè Peso/Altezza2). L’IMC può essere applicato a tutti gli adulti, di entrambi i sessi, tra i 18 e i 60 anni.

Di seguito sono riportate le soglie del BMI (si noti che si basano sui rischi per la salute nella popolazione, non sull’aspetto fisico):

Sottopeso: < 18.5
Normopeso: 18.5 – 24.9
Sovrappeso: 25.0 – 29.9
Obesità: 30.0 e oltre

Le persone di origine asiatica hanno maggiori rischi per la salute a IMC più bassi rispetto ai caucasici. È anche importante tenere presente che il BMI non si applica a chi ha meno di 18 anni, agli adulti sopra i 60 anni e alle persone con una grande massa muscolare.

Le curve di crescita del IMC percentile per età sono l’indicatore più comunemente utilizzato per valutare i livelli di peso e la crescita dei bambini e degli adolescenti (fino a 19 anni). Le categorie di stato ponderale definite dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) sono le seguenti: sottopeso (inferiore al 5° percentile); normopeso o peso sano (dal 5° percentile al 85° percentile); sovrappeso (dall’85° percentile al 95° percentile); obesità (uguale o superiore al 95° percentile). Tuttavia, nei pazienti con disturbi dell’alimentazione, è consigliabile considerare un percentile BMI per età corrispondente a un BMI di 19,0 negli adulti come soglia minima di peso sano. Infatti, al di sotto di questo BMI la maggior parte delle persone sperimenta alcuni effetti negativi fisici e psicosociali del sottopeso.